Descrizione
Le foto di Simone raccontano la Sardegna e non è facile.
Queste immagini suggeriscono che il tempo scorre e, che sì, le cose cambiano, ma senza dimenticare da dove vengono.
E non osserviamo foto di tradizioni artefatte, che spostano semplicemente gli anni indietro per un’occasione, ma vediamo un presente e intuiamo un linguaggio e un atteggiamento che il popolo sardo ha imparato per coesistere con la propria terra.
Non vediamo una natura in posa, molto al contrario, ma un ambiente strabiliante e duro, indomabile.
Nonostante tutti gli sforzi che facciamo per rovinarlo.
Spesso, nelle foto di Simone, le facce evocano un contegno, un pudore dei sentimenti che interrogano l’osservatore, come fossero di un mondo diverso.
E forse davvero lo sono e la percezione è che sia migliore.
La Sardegna è soprattutto una terra interna, intima, di gesti e sguardi, lontanissima dalle coste e da quell’acqua da sogno.
Certo non si può che essere scossi davanti a Capotesta ma poi succede una cosa straordinaria a chi abbia voglia di procedere più all’interno: scoprire un altro mare, verde, incontaminato, profumato e vivacissimo, pieno di animali e scorci inaspettati fino alle montagne con le rocce erose dai millenni e scoprirle gemelle di quelle arrotondate delle coste.
Immerse in un mare d’erba, corbezzoli, cisti, sughere, ginepri, mirti, lecci, castagni.
In Sardegna la natura è proprio madre, severa e giusta e le facce ritratte da Simone, in fondo, le assomigliano.
Questo libro, mi sembra, sveli con immagini molto potenti un modo di essere e un mondo in cui stare.
Dalla prefazione di Luca Facchini