Descrizione
Protagoniste del libro sono Battistina Ravello (Raveu nei documenti ufficiali) (Nizza 1830-1906), domestica che aveva seguito Giuseppe Garibaldi a Caprera nei primi anni del suo insediamento, e la piccola Anita (Anna Maria Imeni) (Caprera 1859-1875), figlia naturale di Battistina e Giuseppe. Le notizie sulla vita delle due donne e sui loro rapporti con il Generale, finora considerate meritevoli di approfondimento, sono minime. Il libro si propone di colmare almeno in parte una simile lacuna, mediante l’esame in dettaglio delle fonti già conosciute, nonché il reperimento e l’analisi di documenti finora trascurati. Ira le prime, gli scritti della baronessa Speranza von Schwartz, cui Garibaldi affidò la figlia, nonché gli scritti dello stesso Generale. Tra i secondi, le memorie del garibaldino Giuseppe Nuvolari, che ebbe la ventura di essere testimone oculare di vicende salienti riguardanti Battistina e Anita. Ancora, le memorie di delia Garibaldi (figlia del Generale e di Francesca Armosino) che, giovanissima, trascorse insieme ad Anita gli ultimi due mesi di vita di quest’ultima. E, ancora, le lettere inedite di Luigi Coltelletti, l’amico genovese del Generale, che fece da tramite con Battistina a Nizza dopo il suo allontanamento da Caprera. Infine, gli archivi degli atti di stato civile, censimenti e catasti di Nizza, che consentono l’individuazione dell’identità anagrafica di Battistina (grazie al meticoloso lavoro della genealogista Evelyne Castelli), nonché la ricostruzione a grandi linee dell’ambiente familiare e cittadino in cui vissero le protagoniste di questa storia. Nel loro insieme le vicende di Battistina ed Anita ispirano un grande senso di tristezza, con l’allontanamento da Caprera di madre e figlia, quando questa non aveva che pochi mesi, la separazione forzata delle stesse dopo otto anni, il quasi mezzo secolo di vita stentata ed oscura di Battistina a Nizza, i sette anni di costrizioni trascorsi lontano dalla madre da Anita nei collegi svizzeri, per terminare con la morte improvvisa di quest’ultima, appena sedicenne, a Caprera poco dopo aver finalmente raggiunto il padre. Vicende che meritano di essere sottratte al rischio di cancellazione della memoria che finora hanno subito.