Descrizione
La Storia e le storie che riguardano la nostra terra non sono separate dalla sensibilità che avvertiamo nel raccontarle. Per questo ci serviamo di una chiave di lettura che risente del nostro legame affettivo, cercando di non adoperare il linguaggio delle favole.
Parliamo, qui, di protagonisti casuali, nel corso della Grande guerra. E immediatamente dopo.
Casuali, forse, perché figure sfumate. Ad eccezione di quella del Commissario Regio Pietro Lissia, che, al contrario, ha contorni ben definiti e riempie la scena. È la figura di un attore con poca esperienza professionale, al quale la straordinarietà del momento impone di attribuirsi la parte principale nella rappresentazione teatrale di cartello. La fatica spesa nell’interpretare un personaggio dai molteplici risvolti umani è tanta. Il neofita se la cava abbastanza bene, meritando qualche applauso a scena aperta. E anche i fischi e la disapprovazione di una platea attenta, quando l’enfasi, caricata nella performance, occulta intenzionalmente le ambizioni smisurate e i fini realizzabili nel lungo periodo. L’isola e la sua gente diventano macchine trainanti di una carriera consumata tra luci e ombre.