Descrizione
Itri, 13 luglio 1911
Un fatto di sangue che aveva bisogno di verità. Solo la magistratura poteva arrivare a porre la parola fine a uno scontro senza precedenti, che aveva coinvolto il territorio aurunco, portandolo alla ribalta nazionale e provocando infuocati dibattiti parlamentari con l’intervento del Sottosegretario agli Interni Falcioni. Il governo risponderà disgiuntamente alle interrogazioni dei deputati interroganti nel febbraio del 1912: “Nessuna responsabilità da parte delle autorità di Itri”.
Peccato che, dopo la sentenza, i dotti personaggi che avevano riempito le cronache dei giornali, esibendo un esasperato campanilismo, finezze letterarie e considerazioni antropologiche del tutto negative verso gli itrani e il meridione d’Italia, tacquero. Vero che le sentenze si accettano così come sono; è pur vero, però, che i grandi temi politici, sociali ed economici che affliggevano la Sardegna, continuamente chiamati in causa, potevano dare la stura a ben più approfondite analisi, dopo la sentenza. Oserei dire che ci fu un pari e patta, tra mancata difesa degli itrani, prima, e dei sardi post sentenza. Ho motivo di credere che il dolore e il ricordo dei familiari per i loro morti, non si attenuò facilmente, negli anni che seguirono. Ne avevano tutte le ragioni. Antonio Barranca, Efisio Pitzus e Antonio Atzus erano migrati in continente per migliorare le condizioni di vita. Vi trovarono la morte.