Descrizione
Il filo conduttore del racconto connette storie diverse di vita che hanno in comune esperienze di emigrazione in Paesi europei a seguito dei disastri seguiti alla Seconda guerra mondiale e agli anni successivi, quando ancora le condizioni economiche dell’Italia non erano tali da riuscire a gestire la massa di disoccupati presenti in vaste aree del Paese. La storia prende l’avvio dalla tragedia di Marcinelle, dove perirono circa centosessanta minatori italiani, e narra i sacrifici che i nostri connazionali dovettero affrontare negli anni successivi per portarsi a un livello dignitoso di benessere. Il personaggio che avvia il discorso con altri giovani è il vecchio Giuseppe, anch’egli a suo tempo costretto ad emigrare per farsi un posto nella vita. A Torino incontrerà il figlio scienziato col quale si intratterrà per chiarire il rapporto tra scienza e fede. La narrazione prosegue con il giovane Mario, in fuga dall’Italia per sottrarsi ad avviati fenomeni delinquenziali. Ospite degli zii in Belgio, comincerà una nuova vita, si redimerà e conoscerà l’amore grazie alla solidarietà e alla benevolenza dei parenti ritrovati. Saranno soprattutto le donne a tener viva la fede nel Cristo tra le varie comunità belghe organizzando convegni, incontri e iniziative di beneficenza a favore dei bisognosi. A don Tonio Addis compete il discorso sul Dio unico e certo, e spiega che la trascendenza è una qualità specifica del dono divino che conferma l’esistenza del Creatore. Il richiamo al Primo Motore, nel quale si conciliano scienza e fede, ci renderà consapevoli che nulla nella vita è vano se verrà speso in opere di bene a favore di chi ci accompagna nella comune vicenda terrena e si radica nella memoria lodevole di chi ci ha preceduti.